Antistene di Atene e Diogene di Sinope

 

Antistene di Atene  e Diogene di Sinope

Antistene di Atene,  e  Diogene di Sinope  sono considerati i fondatori del Movimento Filosofico, detto dei “Cinici”. Antistene nacque in Atene, da madre trace, e dunque era greco per metà. Platone lo chiama “vegliardo studente” (“Sofista”, 251b). Probabilmente allievo di Gorgia da Lentini, in seguito cominciò a seguire Socrate, quando era già in età matura, e comunque più anziano di Platone. Apparteneva a un ceto sociale non elevato, ma non era povero, se era riuscito a seguire le lezioni di Gorgia, che erano a pagamento. Di Antistene ci sono rimasti pochi frammenti originali, e alcune citazioni in Autori successivi, il più importante dei quali è Diogene Laerzio.” Vite dei Filosofi”, del quale (Diogene Laerzio) citiamo subito una frase di bellezza fiammeggiante: “I sapienti sono divini, perché in loro c’è sempre qualcosa di divino”:

 Diogene e Alessandro (in "Plutarco:Vita di Alessandro")

Diogene e Alessandro (in “Plutarco:Vita di Alessandro”)

Torniamo ad Antistene. Di lui colpiscono espressioni amare, e spesso aspre, contro personaggi illustri, come Pericle e Alcibiade, che indicherebbero un’insoddisfazione esistenziale, anche per frustrazioni personali. Scontento della raffinatezza e ipocrisia delle classi dirigenti ateniesi, cominciò a vagheggiare un ritorno ai tempi antichi e alla natura incontaminata. Questi due temi saranno tra le costanti del pensiero cinico, sia nella versione greca- di cui non abbiamo molti documenti-sia in quella romana, di quasi un mezzo millennio posteriore, e di cui abbiamo invece una documentazione abbondante.
Insieme al ritorno alla natura, Antistene necessariamente tratta della semplicità della vita animale: mito del buon selvaggio e natura incontaminata, dunque, che saranno-significativamente- anche i cavalli di battaglia di un pensatore del XVIII-Jean Jacques Rousseau- anch’egli non molto soddisfatto del proprio cursus honorum: ciò che lo accomuna ad Antistene e agli altri Cinici.

Diogene e Alessandro Puget (Bassolievo) Louvre

Diogene e Alessandro Puget (Bassolievo) Louvre

Antistene, dunque, era semi-barbaro; Diogene e Bione venivano dal Ponto; Metrocle e sua sorella Ipparchia, dalla Tracia Meridionale; Menippo, il satirico della Scuola, nato da schiavi, era fenicio. Perciò, alcuni Studiosi hanno definito il Cinismo “la filosofia del proletariato greco”. Nei Cinici scompare ogni idea di trascendenza, e rimangono “la liberazione dal dolore, dalla tristezza, dalla commozione, dall’illusione”. È dunque presente solo la dimensione personale/personalistica, ed assente quella comunitaria. Una delle espressioni più sconcertanti di Antistene è riportata da Diogene Laerzio (VI:3): “Vorrei piuttosto impazzire, che godere”. Sic!
Coerentemente con l’impianto personalistico, i Cinici erano polemici anche tra di loro: Diogene di Sinope chiama il proprio Maestro Antistene “una trombetta” (Diogene Laerzio, VI:2), per indicare un suono fragoroso, ma udibile solo da pochi, e solo da vicino, e dunque di rilevanza non eccelsa! I Cinici erano cinici con gli altri, ma anche tra di loro!
Interessante e istruttiva anche la storia del termine (“Cinico”: cynĭcus, gr. κυνικός, der. di κύων κυνός «cane»; propr. «canino, simile al cane, che imita il cane», per il dispregio che i cinici professavano per le istituzioni sociali e per le convenienze,) che ha connotato questi Filosofi, termine che-nelle lingue moderne- indica un individuo privo di scrupoli, e ribelle ad ogni convenzione e galateo sociale. Il primo a cui fu attribuito il soprannome di “Cinico” fu Diogene. È possibile che il termine attribuito a Diogene derivasse in realtà dal fatto che egli avesse insegnato nel ginnasio di Cinosarge!
Il movimento filosofico in questione durò dal IV secolo a.C. al V secolo d.C., quindi per quasi un millennio!

Diogene_nella_botte (Caricatura)

Diogene_nella_botte (Caricatura)

 José_de_Ribera_-_Diogene

José_de_Ribera_-_Diogene

 

 

Il personaggio di gran lunga più noto tra i Cinici non è il capostipite Antistene, ma il bizzarro e mercuriale Diogene di Sinope, di cui hanno scritto Plutarco, Cassio Dione, Aulo Gellio, e …l’Imperatore Giuliano (detto l’Apostata).

 Poussin,_Nicolas_-_Paesaggio con Diogene _-_c._1647

Poussin,_Nicolas_-_Paesaggio con Diogene _-_c._1647

Chi era realmente codesto strampalato Diogene?! Suo padre-Icesia (o Icesio) -esercitava a Sinope (Mar Nero) la professione del cambiavalute, o banchiere. Per ragioni che non conosciamo con precisione, Diogene fu esiliato da Sinope, ed arrivò ad Atene, dove Antistene lo conquistò alla Filosofia. Diogene abitò ad Atene e a Corinto, dove-molto anziano-morì nel 323, lo stesso giorno della morte di Alessandro Magno! Diogene Laerzio in “Vita dei Filosofi Illustri”) afferma che il Nostro fu, come Icesio-suo padre-un falsario, in quanto truccò ripetutamente la quantità di rame nelle monete, fu scoperto, e dovette fuggire ad Atene. Qui , sempre secondo Diogene Laerzio, sarebbe vissuto volutamente ai margini della società, per non essere riconosciuto.

-Raffaello_Scuola_di_Atene_ Diogene n 16

-Raffaello_Scuola_di_Atene_ Diogene n 16

Plutarco racconta così  un incontro tra Diogene e Alessandro Magno:

«Poiché molti statisti e filosofi erano andati da Alessandro congratulandosi con lui, questi pensò che anche Diogene di Sinope, che era a Corinto, avrebbe fatto altrettanto. Ma dal momento che il filosofo non gli diede la minima attenzione, continuando a godersi il suo tempo libero nel sobborgo di Craneion, Alessandro si recò di persona a rendergli visita; e lo trovò disteso al sole. Diogene sollevò un po’ lo sguardo, quando vide tanta gente venire verso di lui, e fissò negli occhi Alessandro. E quando il monarca si rivolse a lui salutandolo, e gli chiese se volesse qualcosa, egli rispose: “Sì, stai un po’ fuori dal mio sole”. Si dice che Alessandro fu così colpito da questa frase e ammirò molto la superbia e la grandezza di un uomo che non aveva nulla ma solo disprezzo nei suoi confronti, e disse ai suoi seguaci, che ridevano e scherzavano sul filosofo mentre si allontanavano: “Davvero, se non fossi Alessandro, vorrei essere Diogene.» (Plutarco: ”Alessandro”:14)
 Mattia_Preti_-_Platone_e_Diogene

Mattia_Preti_-_Platone_e_Diogene

 

Ci piace anche raccontare come Diogene abbia avuto presenza di spirito nel rispondere a un sofisma che gli era stato proposto da un dialettico della cerchia di Platone, che voleva prendersi gioco di lui. Il dialettico gli aveva chiesto: «Quel che sono io, tu non sei». Diogene assentì, al che l’altro aggiunse: «Ora, io sono un uomo». Diogene assentì ancora una volta, quindi l’altro concluse: «Dunque tu non sei un uomo». Allora Diogene disse: «Questo però è falso, se vuoi che sia vero devi cominciare da me» (Aulo Gellio:” Noctes Atticæ”; XVIII , 13, 7-8).

Giuliano, detto l'Apostata, Imperatore

Giuliano, detto l’Apostata, Imperatore

Diogene avrebbe posto fine da sé alla propria vita, come altri membri della scuola cinica. Fu sepolto non lontano dal Craneio e sulla sua tomba fu posto un cane ( ὁ κύων; τοῦ κυνός; τῷ κυνί; τὸν κύνα ) in marmo pario. Da cane, “cinico”, rivolto a lui, e forse anche al suo maestro. Non diversamente, in tempi diversi, hanno fatto certi partiti politici: si pensi a “Gueux” (straccioni) dei Paesi Bassi; ed ai Tories (briganti, masnadieri) dell’Inghilterra.

Regno del Ponto I a.C.

Regno del Ponto I a.C.

 

Un giorno Alessandro gli si presentò dinanzi dicendo: Io sono Alessandro il gran re, Ed io, disse, Diogene il cane. – Chiestogli che cosa faceva per esser chiamato cane, rispose: Accarezzo chi dà a chi non dà abbaio, e mordo i cattivi (Diogene Laerzio: ”Vita di Diogene di Sinope”:60)

Tracia, patria della madre di Antistene

Tracia, patria della madre di Antistene

Fine

2 thoughts on “Antistene di Atene e Diogene di Sinope

  1. Valeria pellis
    12 maggio 2020 at 11:47

    Grazie è bellissimo conoscere la storia questa mi affascina particolarmente

    1. Vito Patella
      16 maggio 2020 at 16:40

      Grazie, molto gentile.

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