Coriolanus, Shakespeare und von Clausewitz

Coriolanus, oder der Krieg ist die Forsetzung der Politik mit anderen Mitteln, cioè la guerra è la prosecuzione della politica, con altri mezzi .

Nicolas Poussin : Volumnia ai piedi di Coriolano

Nicolas Poussin : Volumnia ai piedi di Coriolano

Presentazione:
Coriolano visse nel VI secolo a.C., fu un generale romano che si distinse sempre per valore militare messo al servizio della patria (Roma). Qui di seguito, trovate tutti i riferimenti bibliografici relativi. Bisogna tuttavia che, nel pare re di molti storici, tra cui Theodor Mommsen, Caio Marzio, detto Coriolano, non sarebbe un personaggio storico, ma un mito popolare. Ai fini del presente articolo, tutto ciò non ha alcuna importanza, perché noi intendiamo riproporre la tragedia di Shakespeare, scritta nel 1608, l’ultima tragedia di argomento Romano, scritta pochi mesi dopo la morte della madre del Bardo. La figura di Volumnia, madre del generale romano, è un omaggio di Shakespeare alla propria madre appena defunta. La geniale definizione di – Carl von Clausewitz si applica anche al nostro Coriolano. Per il link all’opera “Vom Krieg” , vai al link: http://www.clausewitz.com/readings/VomKriege1832/Book1.htm#1

– Tito Livio, su Coriolano; vai al link: http://la.wikisource.org/wiki/Ab_Urbe_Condita/liber_II

Inquadramento del momento storico:
 Postumio Comino iniziò la campagna militare guidando l’esercito romano contro i Volsci di Antium (le attuali Anzio e Nettuno), città che venne espugnata. Successivamente l’esercito romano marciò contro le città volsche di Longula, Polusca e Corioli, tutte e tre conquistate dai romani, quest’ultima con l’apporto decisivo di Gneo Marcio, tanto che Tito Livio (Ab Urbe condita libri, lib. II, par. 33) annota: « ….L’impresa di Marcio eclissò la gloria del console al punto che, se il trattato coi Latini, concluso dal solo Spurio Cassio in assenza del collega, non fosse rimasto inciso a perenne memoria su una colonna di bronzo, nessuno si ricorderebbe che Postumio Cominio combatté contro i Volsci »

Ivi: Badia di S. Nicola

Ivi: Badia di S. Nicola

Coriolano, note biografiche su Wikipedia, vai al link: http://it.wikipedia.org/wiki/Gneo_Marcio_Coriolano
La vita di Coriolano, da “Le vite parallele” di Plutarco, reperibile in rete in traduzione in inglese, nell’ambito del sito “Gutenberg Project”; vai al link :  http://www.gutenberg.org/cache/epub/674/pg674.html

 

Eutropio: “Breviarium ab Urbe condita”; I:15.

Latino: « Q. Marcius, dux Romanus, qui Coriolos ceperat, Volscorum civitatem, ad ipsos Volscos contendit iratus et auxilia contra Romanos accepit. Romanos saepe vicit, usque ad quintum miliarium urbis accessit, oppugnaturus etiam patriam suam, legatis qui pacem petebant, repudiatis, nisi ad eum mater Veturia et uxor Volumnia ex urbe venissent, quarum fletu et deprecatione superatus removit exercitum. Atque hic secundus post Tarquinium fuit, qui dux contra patriam suam esset. » Traduzione in Italiano :

« Q. Marcio, comandante romano, che aveva conquistato Corioli, città dei Volsci, accecato dall’ira si recò presso i Volsci e ottenne aiuti contro i Romani. Sconfisse spesso i Romani, arrivando fino a cinque miglia da Roma, pronto a combattere anche contro la sua patria, respinti i legati inviati per chiedere la pace, vinto solamente dal pianto e dalle suppliche della madre Veturia e della moglie Volumnia, andate da lui da Roma, ritirò l’esercito. E questo fu il secondo capo, dopo Tarquinio, ad essersi opposto alla propria patria. » Per il testo integrale in Latino, vai al link:

http://www.readme.it/libri/2/2015012.shtml

 

 

 

Shakespeare’s Coriolanus, integrale in lingua originale; vai al link: http://www.gutenberg.org/cache/epub/2259/pg2259.html
Trama:
La tragedia è ambientata a Roma, poco dopo la cacciata dei re etruschi della dinastia dei Tarquini. La città è in preda ad una sommossa dopo che le scorte di grano sono state negate al popolo. I rivoltosi sono particolarmente adirati con Caio Marzio, un valoroso generale che incolpano della sparizione delle scorte alimentari. Incontrano dapprima un patrizio di nome Menenio Agrippa, quindi Caio Marzio stesso. Menenio tenta di placare i rivoltosi, mentre Coriolano si mostra sprezzante e dice che i plebei non meritano il grano perché non hanno servito l’esercito. Due tribuni della plebe, Bruto e Sicinio, denunciano personalmente Caio Marzio che lascia Roma quando giunge la notizia che l’esercito dei Volsci è pronto a dare battaglia. Il capo dell’esercito dei Volsci, Tullo Aufidio, si è varie volte scontrato con Caio Marzio e lo considera un nemico giurato. L’esercito romano è guidato da Cominio, mentre Caio Marzio è il suo secondo. Mentre Cominio conduce i suoi soldati contro l’esercito di Aufidio, Caio Marzio guida una sortita contro la città volsca di Corioli. L’assedio di Corioli è inizialmente infruttuoso, ma Marzio riesce poi ad aprire con la forza le porte della città e a conquistarla per Roma. Anche se esausto per la battaglia, Marzio raggiunge velocemente Cominio e si batte contro le rimanenti forze dei Volsci. Lui e Aufidio si sfidano ad un duello che termina solo quando i soldati di Aufidio lo trascinano via dalla battaglia.
In segno di riconoscimento per il suo incredibile valore Comino concede a Marzio il soprannome onorifico di “Coriolano”. Quando tornano a Roma Volumnia, la madre di Coriolano, incoraggia il figlio a candidarsi alla carica di console. Coriolano esita ma alla fine cede ai desideri della madre.
Grazie al sostegno del Senato vince senza difficoltà e sulle prime sembra avere la meglio anche sugli oppositori della fazione popolare. Tuttavia Bruto e Sicinio tramano per distruggerlo e aizzano un’altra rivolta contro la sua elezione a console. Di fronte di tutto ciò Coriolano si infuria e critica duramente il concetto di governo del popolo. Paragona il permettere ai plebei di esercitare il potere sui patrizi al concedere “ai corvi di prendere a beccate le aquile”. Per queste parole i due tribuni lo condannano come traditore e ordinano che sia mandato in esilio.
Dopo essere stato esiliato da Roma Coriolano si reca da Aufidio nella capitale dei Volsci e gli propone di guidare il suo esercito alla vittoria contro Roma. Aufidio e i nobili volsci abbracciano Coriolano e gli concedono di condurre un nuovo assalto contro la città.
Roma, in preda al panico, cerca disperatamente di convincere Coriolano di abbandonare i suoi propositi di vendetta, ma né Cominio né Menenio riescono nell’intento. A questo punto viene mandata ad incontrare il figlio Volumnia, insieme alla moglie e al figlio di Coriolano: la donna riesce a dissuadere il figlio dal distruggere Roma. Invece di muovere battaglia conclude un trattato di pace tra i Volsci e i Romani. Quando però Coriolano torna nella capitale dei Volsci, dei congiurati guidati da Aufidio lo uccidono per il suo tradimento.

 

Castro dei V. : Chiesa di S. Oliva

Castro dei V. : Chiesa di S. Oliva

Citazioni: Shakespeare’ Coriolanus:

Prima :

Actus Secundus; Scoena Secunda:
Menenius.
Our very Priests must become Mockers, if they shall encounter such ridiculous Subiects as you are, when you speake best vnto the purpose. It is not woorth the wagging of your Beards, and your Beards deserue not so honourable a graue, as to stuffe a Botchers Cushion, or to be intomb’d in an Asses Packe-saddle; yet you must bee saying, Martius is proud: who in a cheape estimation, is worth all your predecessors, since Deucalion, though peraduenture some of the best of ’em were hereditarie hangmen. Godden to your Worships, more of your conuersation would infect my Braine, being the Heardsmen of the Beastly Plebeans. I will be bold to take my leaue of you. (Traduzione: Anche I nostri preti diventano insofferenti, se si imbattono in soggetti ridicoli come voi, anche quando non diciate stupidaggini, e in quel raro caso, non dovete neanche scomodarvi a muovere le vostre barbe (a parlare) , che non meritano neanche di andare ad imbottire lo sgabello di un ciabattino, o a impiombarsi nel basto di un asino. E voi, mi venite a parlare di Marzio (Coriolano) come di un essere superbo, lui che anche a prezzo di liquidazione vale più di tutti e vostri predecessori, a partire da Deucalione: anche se tra i migliori tra i vostri ci sia stata una razza di carnefici purosangue. E buona sera alle eccellenze vostre: un abuso di conversazione con voi potrebbe infettarmi il cervello, essendo voi i caporioni delle feccia popolare. Perciò, oso prendere congedo da voi).

Seconda:
Actus Quartus; Scoena Sexta:
Brutus
The Gods haue well preuented it, and Rome Sits safe and still, without him.

 Enter an aedile.

  Aedile.
Worthy Tribunes, There is a Slaue whom we haue put in prison,

 Reports the Volces with two seuerall Powers

 Are entred in the Roman Territories,

 And with the deepest malice of the Warre,

 Destroy, what lies before’ em

 

   Menenius Agrippa:
‘Tis Auffidius,

 Who hearing of our Martius Banishment,

 Thrusts forth his hornes againe into the world

 Which were In-shell’d, when Martius stood for Rome,

 And durst not once peepe out

 

Sicinius .
Come, what talke you of Martius
Brutus
Go see this Rumorer whipt, it cannot be,

 The Volces dare breake with vs

   Menenius .
Cannot be?

 We haue Record, that very well it can,

 And three examples of the like, hath beene

 Within my Age. But reason with the fellow

 Before you punish him, where he heard this,

 Least you shall chance to whip your Information,

 And beate the Messenger, who bids beware

 Of what is to be dreaded

Sicinius
Tell not me: I know this cannot be
   Brutus
Not possible.
( Traduzione in sintesi: Coriolano ha avuto l’incontro con Tullo Aufidio, capo dell’esercito volsco, e e con lui, a capo di quell’esercito marcia su Roma. La notizia arriva nell’Urbe, e quello riportato prima è il colloquio tra Menenio Agrippa,senatore e amico di Coriolano,e i due tribuni della plebe, Sicinio Veluto, e Giunio Bruto. Alla notizia che Coriolano sta arrivando in Roma per vendicarsi del trattamento organizzatogli contro dai tribuni e dalla plebe, Sicinio e Bruto cominciano a prendere le distanze…da se stessi, come è nelle abitudini dei politicanti di ogni epoca e civiltà).

"Coriolano" al cinema

“Coriolano” al cinema

Conclusione:
1) William Shakespeare è stato definito il letterato che più di ogni altro ha capito ed espresso tutte le passioni dell’animo umano;
2) Nel “Coriolanus”, il Bardo fa un ritratto piuttosto negativo del protagonista, come di persona senza spessore dialettico, fino ad essere sprovveduto;
3) Tutto ciò premesso, credo che lo scopo dell’Autore non fosse quello di presentare un eroe, ma piuttosto di presentarci l’archetipo del demagogo che, non a caso ancora adesso, viene chiamato “tribuno della plebe”, per indicare chi utilizzando tutti i bizantinismi della politica di professione, va a svolgere un ruolo di parassita sociale, con l’aiuto del quale non puoi fare niente, ma non puoi fare niente anche contro di lui. Ovviamente, nel caso di specie, i due demagoghi sono i due tribuni plebis Sicinio Veluto & Giunio Bruto (quest’ultimo ritenuto l’antenato di quel Bruto che con Cassio compì quello che Goethe definì l’atto storico più insulso, cioè l’uccisione di Caio Giulio Cesare, nel 44 a.C.);
4) Il senso della citazione di Carl von Clausewitz è ovvio, e non ci ritorno; 5) Last, but not least, se mi chiedete chi mi viene in mente, pensando a Caio Marzio detto Coriolano, ebbene vi rispondo…Erwin Rommel. Ma di questo, parleremo (forse) in un articolo futuro.

Il Bardo, cioè William Shakespeare

Il Bardo, cioè William Shakespeare

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