Tacito è con noi (3)

                                               Tacito é con noi (3)
Negli Annales, egli presenta in modo mirabile fatti e avvenimenti di Roma, dal 14  al 68 d.C.
Continuiamo con gli articoli sugli “Annales” di Publio Cornelio Tacito. Puoi accedere ai precedenti, attraverso questo link: http://www.ilgrandeinquisitore.it/2018/05/tacito-e-con-noi/, e poi risalire a ritroso. 

 

 Ostia Antica

Ostia Antica


Gli Annales sono così chiamati dall’Autore, perché sono una narrazione storica per annum. Ed è sorprendentemente moderno, perché ricorda i numeri speciali delle riviste rotocalco, che vengono pubblicate a fine anno, con il riepilogo delle vicende più importanti dell’anno trascorso.
Tacito è ritenuto, ed è, un grande Storico, attendibile nella scelta e nella gestione delle fonti. Egli è rigoroso nella descrizione delle vicende storiche, in particolare di quelle personali, per le quali- spesso- sospende il giudizio, non avendo testimonianze plurime e concordi sui fatti narrati. Ma il Nostro è anche un ottimo “Cronista di Nera” – si direbbe oggi- perché descrive con elegante brio, fatti privati di personaggi pubblici, coinvolti in amori folli, delitti passionali, e vizî sfrenati: vicende di sesso, potere e denaro sono raccontate con divertita, ma implacabile precisione.    Questo III capitolo si può intitolare:                 

“Gli Amanti Diabolici: Messalina & Silio”.

Statua di Agrippina Maggiore (Museo Archeologico di Palermo)

Statua di Agrippina Maggiore (Museo Archeologico di Palermo)

 

Verum inclinatio populi supererat ex memoria Germanici, cuius illa reliqua suboles virilis; et matri Agrippinae miseratio augebatur ob saevitiam Messalinae, quae semper infesta et tunc commotior quo minus strueret crimina et accusatores novo et furori proximo amore distinebatur. nam in C. Silium, iuventutis Romanae pulcherrimum, ita exarserat ut Iuniam Silanam, nobilem feminam, matrimonio eius exturbaret vacuoque adultero poteretur. neque Silius flagitii aut periculi nescius erat: sed certo si abnueret exitio et non nulla fallendi spe, simul magnis praemiis, operire futura et praesentibus frui pro solacio habebat. illa non furtim sed multo comitatu ventitare domum, egressibus adhaerescere, largiri opes honores; postremo, velut translata iam fortuna, servi liberti paratus principis apud adulterum visebantur. (XI:12)
(In verità, l’inclinazione popolare era data dal ricordo di Germanico, di cui restava solo la discendenza maschile, e la pietà verso Agrippina (*) era rafforzata a causa delle protervia di Messalina(**), sempre ostile e allora fortemente maldisposta. Senonché un nuovo e folle amore la distraeva dal muovere nuove accuse, e dal reclutare nuovi accusatori. Infatti, si era invaghita di C. Silio, il più bel giovane di Roma. Invaghita al punto dal costringerlo a ripudiare la moglie Giunia Silana, donna di nobile stirpe, per godersi in libertà l’amante. Silio era conscio dello scandalo e del pericolo, ma era anche conscio che un di lui rifiuto avrebbe significato la morte. Fiducioso di non essere scoperto, mentre i compensi erano larghissimi, attendeva il futuro e si godeva il presente. Ella andava spesso alla casa di lui, e non di nascosto, ma con numeroso seguito. Gli stava a fianco quando usciva, lo colmava di ricchezze e di onori. Infine, si vedeva- nella casa dell’amante- i servi, i liberti, tutto l’apparato della Corte, come se il potere imperiale fosse già passato altrove)
(*) Agrippina Maggiore, vedova di Germanico.
(**) Valeria Messalina, seconda moglie di Claudio Cesare dal 3 d.C.

 Giulia Livilla Figlia di Germanico

Giulia Livilla Figlia di Germanico

 

Iam Messalina facilitate adulteriorum in fastidium versa ad incognitas libidines profluebat, cum abrumpi dissimulationem etiam Silius, sive fatali vaecordia an imminentium periculorum remedium ipsa pericula ratus, urgebat: quippe non eo ventum ut senectam principis opperirentur. insontibus innoxia consilia, flagitiis manifestis subsidium ab audacia petendum. adesse conscios paria metuentis. se caelibem, orbum, nuptiis et adoptando Britannico paratum. mansuram eandem Messalinae potentiam, addita securitate, si praevenirent Claudium, ut insidiis incautum, ita irae properum. segniter eae voces acceptae, non amore in maritum, sed ne Silius summa adeptus sperneret adulteram scelusque inter ancipitia probatum veris mox pretiis aestimaret. nomen tamen matrimonii concupivit ob magnitudinem infamiae cuius apud prodigos novissima voluptas est. nec ultra expectato quam dum sacrificii gratia Claudius Ostiam proficisceretur, cuncta nuptiarum sollemnia celebrat (XI:26)
( Messalina, stufa dei troppo facili adulterî, si abbandonava a libidini mai provate; mentre Silio, colpito da delirio fatale, o forse conscio che il pericolo a lui sovrastante dovesse essere affrontato, la portava a gettare la maschera. In realtà, non si erano spinti tanto oltre, per dover poi attendere la vecchiezza dell’Imperatore. Le decisioni innocue vanno bene per gli innocenti, ma per le colpe manifeste non c’è altro rimedio se non l’audacia. Non mancavano i complici, attanagliati dal medesimo timore. Egli (+) era celibe, senza figli, pronto alle nozze e ad adottare Britannico (++). Invariata rimarrebbe la forza di Messalina, che sarebbe anche più sicura, se anticipasse i piani di Claudio, altrettanto inetto a schivare le insidie, quanto facile all’ira. Tali insistenze furono accolte freddamente da Messalina, non per amore del marito, ma perché essa temeva che Silio, una volta arrivato al potere, ripudiasse lei, in quanto adultera, e valutasse al giusto prezzo quel crimine, che il pericolo gli aveva fatto ritenere giustificabile. Eppure, lei smaniò per il matrimonio, per l’enormità stessa dello scandalo-del quale sono smaniosi coloro che hanno deposto ogni ritegno. Ella attese solo che Claudio si recasse ad Ostia, per celebrare con ogni solennità la cerimonia nuziale) .
(+) C. Silio
(++) Britannico, figlio di Claudio Cesare e di Messalina. 

Theodor Mommsen: Il compito dello Storico

Theodor Mommsen: Il compito dello Storico

Come si nota dalle ultime righe del brano di XI:26, lo stesso Tacito è incredulo di fronte all’enorme sfacciataggine dell’adultera Messalina, e all’enorme dabbenaggine del “damerino” (oggi lo definiremmo un “Toy Boy”) C. Silio.

Fine Terza Parte

Continua

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