Quarantena

                                       Quarantena
Terzo capitolo dedicato a “Influenza, Epidemia, Pandemia”. Per leggere gli altri capitoli, si può andare sui link seguenti: 1) http://www.ilgrandeinquisitore.it/2020/05/influenza-epidemia-pandemia-1/ (per il primo capitolo), e 2) http://www.ilgrandeinquisitore.it/2020/06/influenza-epidemia-pandemia-ii/ (per il secondo capitolo).

Infermiere Militari con mascherine portano in barella un malato di Spagnola da isolare. Esercito USA

Infermiere Militari con mascherine portano in barella un malato di Spagnola da isolare. Esercito USA

I) Quarantèna: in lingua veneta, corrisponde a “quarantina”, cioè periodo di quaranta giorni: è un periodo di segregazione e di osservazione deciso dalle Autorità, per persone, animali e cose ritenuti suscettibili di portare con sé, o di trattenere germi di malattie infettive. La misura fu concepita prevalentemente per chi proveniva via mare. In tempi moderni, il periodo è stato ridotto a seconda delle varie malattie, al loro peculiare periodo di incubazione, e alle pratiche di disinfezione/disinfestazione. Oggi, infatti, si parla di quarantena per periodi inferiori ai 40 giorni, ed è diventata sinonimo di “contumacia”: una quarantena di ventidi quindicidi otto giorniMettere/tenere in quarantena medicinali e materiale sanitario, che non hanno avuto ancora l’approvazione per essere messi in distribuzione o in vendita.
Qualcuno si chiederà: “Perché fu scelto un periodo proprio di 40 giorni?!”. Alcuni Studiosi sostengono che ciò derivi da ricordi della Bibbia: 1) Nell’Antico Testamento, l’Esodo degli Ebrei durò 40 anni; 2) Nel Vangelo, Gesù va nel deserto in penitenza per un periodo di 40 giorni!
La quarantena, istituita dalla Serenissima nel XIV secolo, in occasione della “Grande Peste” di cui parla anche Giovanni Boccaccio in “Decameron”, prevedeva ovviamente divieto di uscita: nessuno poteva lasciare il posto fino a disinfezione completata, e prevedeva anche che nel Lazzaretto potessero entrare solo le persone addette al controllo e alle pratiche di disinfezione/disinfestazione. Chiunque, non appartenendo a questa categoria, accedeva ai “Lazzaretti”, ovvero ai luoghi quarantenati, veniva considerato un criminale invasore.  Infatti, non si ha notizia di persone che entrate nei luoghi “quarantenati” per motivi diversi dal controllo e dalla disinfezione, né tantomeno si ha notizia di persone che violassero questi luoghi, per fare-ad esempio- accattonaggio.

 Egon Schiele Natura morta. Il pittore morì di "Spagnola"

Egon Schiele Natura morta. Il pittore morì di “Spagnola”

 

II) Venezia, intesa come Repubblica Serenissima, nel XIV secolo creò su due isole della Laguna, il Lazzaretto Vecchioe il Lazzaretto Nuovo, dove venivano tenuti confinati uomini, animali, merci che arrivavano da zone considerate non sicure, dal punto di vista igienico-sanitario. Qui navigatori dovevano fermarsi con il loro carico per 40 giorni, in modo da evitare di contagiare i veneziani con potenziali malattie. Si eresse una enorme struttura sanitaria, dotata di luoghi preposti alla ‘disinfezione’ delle merci che si effettuava con fumi di erbe che fuoriuscivano dai numerosi camini. Entrambe le strutture sanitarie sulle rispettive isole rimasero in funzione per secoli, fino al 1800.

"Spagnola"- Non si può salire sull'autobus senza  mascherina. USA

“Spagnola”- Non si può salire sull’autobus senza mascherina. USA

In tal modo, la Serenissima combatté non solo la peste, ma anche la paura della peste. Paura che, come ci racconta Tucidide (http://www.ilgrandeinquisitore.it/2020/03/la-peste-ad-atene-2/; http://www.ilgrandeinquisitore.it/2020/03/la-peste-ad-atene-ii/) uccide più della peste!

 Immigranti ispezionati. Ellis Island; New York; USA

Immigranti ispezionati. Ellis Island; New York; USA

 

 

 

III) Un regime di quarantena simile a quello della Serenissima fu applicato nei decenni della grande immigrazione europea verso gli Stati Uniti d’America, che adibirono all’uopo un’isoletta artificiale (Ellis Island), vicino alla Statua della Libertà. La struttura, operativa dal 1892 al 1954, vide transitare 12 milioni di persone, cioè poco meno di 200.000 persone all’anno. Prima di allora, lo Stato di New York aveva fatto transitare-con le stesse procedure di verifica amministrativa & sanitaria- 8 milioni di immigrati al Castel Garden Immigration Depot in Lower Manhattan. Ecco perché, per gli Stati Uniti d’America si parla di immigrazione e non di invasione.

 Visita medica alle donne. Ellis islaand; New York; USA. Anni '20

Visita medica alle donne. Ellis islaand; New York; USA. Anni ’20

Quasi la metà degli attuali residenti negli States ha un famigliare passato da Ellis Island.
Ma quali sono i motivi per cui le Autorità fecero la scelta di Ellis Island? L’isolotto nella baia di New York si trova alla foce del fiume Hudson, ampliato con i detriti degli scavi per la costruzione della Metropolitana e con la zavorra proveniente dalle navi, e quindi-grosso modo-corrisponde logisticamente ai due “Lazzaretti” istituiti dalla Serenissima nel XIV secolo.
Quando Samuel Ellis ne divenne proprietario, l’isola aveva cambiato molte volte nome: Kioshk Oyster, Dyre, Bucking e Anderson’s Island. Ellis Island si sviluppò da un’isola sabbiosa a malapena sopra l’alta marea, e diventò un sito sospeso per difendersi dai pirati, un porto fortificato pieno di munizioni e depositi di ordinanza, chiamato Fort Gibson.
Come i “Lazzaretti” di cui sopra, anche Ellis Island- è un luogo, anche militarmente, inaccessibile!
Nel 1892, Ellis Island divenne una stazione di ispezione per l’immigrazione verso gli USA. Tutti coloro che vi arrivavano erano tenuti ad esibire i documenti di viaggio che li avevano condotti a New York.
Nel 1907, per Ellis Island transitarono più di un milione di persone-poco meno di 2.800 persone al giorno!- tutte controllate nel modo prima descritto!
Dal 1924 furono stabilite le cosiddette “quote d’ingresso”: 1) dall’Irlanda: 17.000; 2) dall’Italia: 7.400; 3) dalla gran Bretagna: 7.300; 4) dalla Russia: 2.700.
Ellis Island fu anche centro di detenzione per i rimpatri forzati.

Immigranti ad Ellis Island. Biblioteca Pubblica. Anni '20

Immigranti ad Ellis Island. Biblioteca Pubblica. Anni ’20

III) Boccaccio:”Decameron”; Introduzione alla I Giornata :
   Durante la peste del 1348 in Firenze, alcuni si diedero all’ascesi e all’autosegregazione;  altri alla gozzoviglia; altri, infine, seguivano i riti scaramantici più strani, andandosene in giro, annusando erbe mediche, e ogni altro tipo di amuleti. Intanto, in Città la Legge era sospesa, perché tutti gli Scribi e gli Uomini della Legge erano o morti, o malati, o vivevano nel terrore di essere contagiati:
“…E erano alcuni, li quali avvisavano che il viver moderatamente e il guardarsi da ogni superfluità avesse molto a così fatto accidente resistere; e fatta brigata, da ogni altro separati viveano, e in quelle case ricogliendosi e racchiudendosi, dove niuno infermo fosse e da viver meglio, dilicatissimi cibi e ottimi vini temperatissimamente usando e ogni lussuria fuggendo, senza lasciarsi parlare a alcuno o volere di fuori di morte o d’infermi alcuna novella sentire, con suoni e con quegli piaceri che aver poteano si dimovano. Altri, in contraria oppinion tratti, affermavano il bere assai e il godere e l’andar cantando attorno e sollazzando e il sodisfare d’ogni cosa all’appetito che si potesse e di ciò che avveniva ridersi e beffarsi esser medicina certissima a tanto male; e così come il dicevano mettevano in opera a lor potere, il giorno e la notte ora a quella taverna ora a quella altra andando, bevendo senza modo e senza misura, e molto più ciò per l’altrui case faccendo, solamente che cose vi sentissero che lor venissero a grado o in piacere E ciò potevan far di leggiere, per ciò che ciascun, quasi non più viver dovesse, aveva, sì come sé, le sue cose messe in abbando volgimento, come se veleno avesser preso, amenduni sopra li mal tirati stracci morti caddero in terra. Dalle quali cose e da assai altre a queste simiglianti o maggiori nacquero diverse paure e immaginazioni in quegli che rimanevano vivi, e tutti quasi a un fine tiravano assai crudele era di schifare e di fuggire gl’infermi e le lor cose; e così faccendo, si credeva ciascuno medesimo salute acquistare. E erano alcuni, li quali avvisavano che il viver moderatamente e il guardarsi da ogni superfluità avesse molto a così fatto accidente resistere; e fatta brigata, da ogni altro separati viveano, e in quelle case ricogliendosi e racchiudendosi, dove niuno infermo fosse e da viver meglio, dilicatissimi cibi e ottimi vini temperatissimamente usando e ogni lussuria fuggendo, senza lasciarsi parlare a alcuno o volere di fuori di morte o d’infermi alcuna novella sentire, con suoni e con quegli piaceri che aver poteano si dimovano. Altri, in contraria oppinion tratti, affermavano il bere assai e il godere e l’andar cantando attorno e sollazzando e il sodisfare d’ogni cosa all’appetito che si potesse e di ciò che avveniva ridersi e beffarsi esser medicina certissima a tanto male; e così come il dicevano mettevano in opera a lor potere, il giorno e la notte ora a quella taverna ora a quella altra andando, bevendo senza modo e senza misura, e molto più ciò per l’altrui case faccendo, solamente che cose vi sentissero che lor venissero a grado o in piacere E ciò potevan far di leggiere, per ciò che ciascun, quasi non più viver dovesse, aveva, sì come sé, le sue cose messe in abbandono; di che le più delle case erano divenute comuni, e così l’usava lo straniere, pure che ad esse s’avvenisse, come l’avrebbe il proprio signore usate; e con tutto questo proponimento bestiale sempre gl’infermi fuggivano a lor potere. E in tanta afflizione e miseria della nostra città era la reverenda autorità delle leggi, così divine come umane, quasi caduta e dissoluta tutta per li ministri e esecutori di quelle, li quali, sì come gli altri uomini, erano tutti o morti o infermi o sì di famigli rimasi stremi, che uficio alcuno non potean fare; per la qual cosa era a ciascun licito quanto a grado gli era d’adoperare. Molti altri servavano, tra questi due di sopra detti, una mezzana via, non strignendosi nelle vivande quanto i primi né nel bere e nell’altre dissoluzioni allargandosi quanto i secondi, ma a sofficienza secondo gli appetiti le cose usavano e senza rinchiudersi andavano a torno, portando nelle mani chi fiori, chi erbe odorifere e chi diverse maniere di spezierie, quelle al naso ponendosi spesso, estimando essere ottima cosa il cerebro con cotali odori confortare, con ciò fosse cosa che l’aere tutto paresse dal puzzo de’ morti corpi e delle infermità e delle medicine compreso e puzzolente. Alcuni erano di più crudel sentimento, come che per avventura più fosse sicuro, dicendo niuna altra medicina essere contro alle pestilenze migliore né così buona come il fuggir loro davanti; e da questo argomento mossi, non curando d’alcuna cosa se non di sé, assai e uomini e donne abbandonarono la propia città, le propie case, no; di che le più delle case erano divenute comuni, e così l’usava lo straniere, pure che ad esse s’avvenisse, come l’avrebbe il proprio signore usate; e con tutto questo proponimento bestiale sempre gl’infermi fuggivano a lor potere. E in tanta afflizione e miseria della nostra città era la reverenda autorità delle leggi, così divine come umane, quasi caduta e dissoluta tutta per li ministri e esecutori di quelle, li quali, sì come gli altri uomini, erano tutti o morti o infermi o sì di famigli rimasi stremi, che uficio alcuno non potean fare; per la qual cosa era a ciascun licito quanto a grado gli era d’adoperare. Molti altri servavano, tra questi due di sopra detti, una mezzana via, non strignendosi nelle vivande quanto i primi né nel bere e nell’altre dissoluzioni allargandosi quanto i secondi, ma a sofficienza secondo gli appetiti le cose usavano e senza rinchiudersi andavano a torno, portando nelle mani chi fiori, chi erbe odorifere e chi diverse maniere di spezierie, quelle al naso ponendosi spesso, estimando essere ottima cosa il cerebro con cotali odori confortare, con ciò fosse cosa che l’aere tutto paresse dal puzzo de’ morti corpi e delle infermità e delle medicine compreso e puzzolente. Alcuni erano di più crudel sentimento, come che per avventura più fosse sicuro, dicendo niuna altra medicina essere contro alle pestilenze migliore né così buona come il fuggir loro davanti; e da questo argomento mossi, non curando d’alcuna cosa se non di sé, assai e uomini e donne abbandonarono la propia città, le propie case, i lor luoghi e i lor parenti e le lor cose, e cercarono l’altrui o almeno il lor contado, quasi l’ira di Dio a punire le iniquità degli uomini con quella pestilenza non dove fossero procedesse, ma solamente a coloro opprimere li quali dentro alle mura della lor città si trovassero, commossa intendesse; o quasi avvisando niuna persona in quella dover rimanere e la sua ultima ora esser venuta. E come che questi così variamente oppinanti non morissero tutti, non per ciò tutti campavano: anzi, infermandone di ciascuna molti e in ogni luogo, avendo essi stessi, quando sani erano, essemplo dato a coloro che sani rimanevano, quasi abbandonati per tutto languieno. E lasciamo stare che l’uno cittadino l’altro schifasse e quasi niuno vicino avesse dell’altro cura e i parenti insieme rade volte o non mai si visitassero e di lontano: era con sì fatto spavento questa tribulazione entrata né petti degli uomini e delle donne, che l’un fratello l’altro abbandonava e il zio il nipote e la sorella il fratello e spesse volte la donna il suo marito; e (che maggior cosa è e quasi non credibile), li padri e le madri i figliuoli, quasi loro non fossero, di visitare e di servire schifavano.

Ellis Island Stazione Immigrazione

Ellis Island Stazione Immigrazione

Per la qual cosa a coloro, de’ quali era la moltitudine inestimabile, e maschi e femine, che infermavano, niuno altro sussidio rimase che o la carità degli amici (e di questi fur pochi) o l’avarizia de’ serventi, li quali da grossi salari e sconvenevoli tratti servieno, quantunque per tutto ciò molti non fossero divenuti: e quelli cotanti erano uomini o femine di grosso ingegno, e i più di tali  i lor luoghi e i lor parenti e le lor cose, e cercarono l’altrui o almeno il lor contado, quasi l’ira di Dio a punire le iniquità degli uomini con quella pestilenza non dove fossero procedesse, ma solamente a coloro opprimere li quali dentro alle mura della lor città si trovassero, commossa intendesse; o quasi avvisando niuna persona in quella dover rimanere e la sua ultima ora esser venuta. E come che questi così variamente oppinanti non morissero tutti, non per ciò tutti campavano: anzi, infermandone di ciascuna molti e in ogni luogo, avendo essi stessi, quando sani erano, essemplo dato a coloro che sani rimanevano, quasi abbandonati per tutto languieno. E lasciamo stare che l’uno cittadino l’altro schifasse e quasi niuno vicino avesse dell’altro cura e i parenti insieme rade volte o non mai si visitassero e di lontano: era con sì fatto spavento questa tribulazione entrata né petti degli uomini e delle donne, che l’un fratello l’altro abbandonava e il zio il nipote e la sorella il fratello e spesse volte la donna il suo marito; e (che maggior cosa è e quasi non credibile), li padri e le madri i figliuoli, quasi loro non fossero, di visitare e di servire schifavano. Per la qual cosa a coloro, de’ quali era la moltitudine inestimabile, e maschi e femine, che infermavano, niuno altro sussidio rimase che o la carità degli amici (e di questi fur pochi) o l’avarizia de’ serventi, li quali da grossi salari e sconvenevoli tratti servieno, quantunque per tutto ciò molti non fossero divenuti: e quelli cotanti erano uomini o femine di grosso ingegno, e i più di tali  servigi non usati, li qual niuna altra cosa servieno che di porgere alcune cose dagl’infermi addomandate o di riguardare quando morieno; e, servendo in tal servigio, sé molte volte col guadagno perdeano. E da questo essere abbandonati gli infermi da’ vicini, da’ parenti e dagli amici e avere scarsità di serventi, discorse uno uso quasi davanti mai non udito: che niuna, quantunque leggiadra o bella o gentil donna fosse, infermando, non curava d’avere a’ suoi servigi uomo, egli si fosse o giovane o altro, e a lui senza alcuna vergogna ogni parte del corpo aprire non altrimenti che a una femina avrebbe fatto, solo che la necessità della sua infermità il richiedesse; il che, in quelle che ne guerirono, fu forse di minore onestà, nel tempo che succedette, cagione. E oltre a questo ne seguio la morte di molti che per avventura, se stati fossero atati, campati sarieno; di che, tra per lo difetto degli opportuni servigi, li quali gl’infermi aver non poteano, e per la forza della pestilenza, era tanta nella città la moltitudine che di dì e di notte morieno, che uno stupore era a udir dire, non che a riguardarlo. Per che, quasi di necessità, cose contrarie a’ primi costumi de’ cittadini nacquero tra quali rimanean vivi. Era usanza (sì come ancora oggi veggiamo usare) che le donne parenti e vicine nella casa del morto si ragunavano e quivi con quelle che più gli appartenevano piagnevano; e d’altra parte dinanzi alla casa del morto co’ suoi prossimi si ragunavano i suoi vicini e altri cittadini assai, e secondo la qualità del morto vi veniva il chericato; ed egli sopra gli omeri sé suoi pari, con funeral pompa servigi non usati, li qual niuna altra cosa servieno che di porgere alcune cose dagl’infermi addomandate o di riguardare quando morieno; e, servendo in tal servigio, sé molte volte col guadagno perdeano… “ .
Per riassumere, secondo la testimonianza di Giovanni Boccaccio, durante la peste in Firenze, tra coloro che sopravvivevano al morbo,  alcuni si ponevano in auto-quarantena “epicurea”, cioè ricca di piaceri; altri, in auto-quarantena ascetica; altri, in auto-quarantena scaramantica, cioè annusando erbe medicinali, o altri oggetti ritenuti uno scudo contro la peste.

Giovanni Boccaccio:"Decamerone" - La Peste del 1348 a Firenze

Giovanni Boccaccio:”Decamerone” – La Peste del 1348 a Firenze

Fine della III Parte
Continua con la descrizione della Grande Influenza, o Spagnola

 

 

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